Questo è il grande racconto del Tempo attraverso mitologia e scienza, diviso in quattro capitoli. Il primo racconta l’origine del tutto attraverso il mito, in particolare la Teogonia di Esiodo. Il secondo capitolo descrive il tempo di Aristotele e Tolomeo. Il terzo capitolo è la rivoluzione copernicana, in cui l’uomo scopre che la realtà non è quella che sembra. L’ultimo capitolo è il più ambizioso e difficile: riguarda il Novecento, da Einstein ai Quanti, l’epoca in cui l’uomo ha cominciato a comprendere che non solo le cose non sono come sembrano, ma probabilmente tutto è solo illusione. Tutto questo raccontato con occhi pieni di meraviglia (e anche un po’ di spavento) da un protagonista diretto di tutta la storia: il Tempo in persona, Crono, prima imperatore dell’Universo e poi, dopo essere stato sconfitto dal figlio Zeus, sempre più in disparte. Fino a sparire.
Raccontare ad un giovane pubblico la storia del Tempo, è un modo per divertirsi studiando, per imparare ridendo e farsi le stesse domande che i più grandi Filosofi e Scienziati si sono posti nei secoli. Domande semplici ma importantissime come quelle dei bambini curiosi. La narrazione, nonostante la complessità dei contenuti, ha una forma espressiva chiara, semplice ed evocativa, adatta agli spettatori più piccoli, attratti anche dall’uso poetico di luci, scena e costumi. Insieme al Dio Crono il pubblico scoprirà come il tempo è stato percepito dagli uomini dall’origine ai giorni nostri, ma anche e soprattutto la grandezza illimitata delle capacità di comprensione dell’essere umano e di quanto la curiosità, da Adamo in poi, sia stata il principale motore della Storia.
L’universo è un materasso, che ha debuttato nel 2017 al Festival Maggio all’Infanzia, è stato premiato agli Eolo Awards con le seguenti motivazioni: «...per la capacità interpretativa di Flavio Albanese e drammaturgica di Francesco Niccolini di saper narrare ai ragazzi, in mezzo ad un cielo trapuntato di stelle, tutte le dimensioni che via via ha acquisito il concetto di tempo. Da quando si chiamava con un altro nome, Crono, ed era imperatore dell’Universo, fino ad oggi che è scomparso dalle leggi della fisica, facendoci comprendere nel contempo, come noi esseri umani, che ci crediamo così potenti, siamo solo una piccola parte dell’Universo e che le cose non sono come sembrano, ma probabilmente tutto, come il teatro, che tanto amiamo, è solo illusione».
COSA SCRIVE LA CRITICA
«[…] ultimo lavoro di un Francesco Niccolini in particolare stato di grazia, un autore che riesce ad affrontare un argomento non semplice – e a volte anche ostico – con una levità e ironia che non solo lo rende chiarissimo ma anche estremamente godibile. […] lo spettacolo risulta assai gradito sia a un pubblico giovanissimo sia a quello adulto. Merito certo della sapiente drammaturgia, ma anche della bella messinscena di Flavio Albanese che ne è anche travolgente interprete. […] una lezione, che si vorrebbe non finisse mai, da parte di un professore istrionico e instancabile, in continuo movimento quasi fosse egli stesso un astro, capace di infinite digressioni, di perdere il filo del discorso per poi con naturalezza riprenderlo. […] Una vera sorpresa uno spettacolo così, che ci riconcilia con il miglior senso del teatro». (Il tempo è l’Universo secondo il prof. Albanese, Nicola Viesti, «Hystrio», gennaio-marzo 2018)
«Molto bello questo monologo di Flavio Albanese, narrato in mezzo ad un cielo trapuntato di stelle, su un testo intelligente che l'attore sa rendere effervescente dialogando spesso con sé stesso ma soprattutto con luci e voci che piovono dall'alto, in modo fervido, ma quel che più conta semplice e divertente, così semplice e divertente che anche un bambino può capire un discorso così apparentemente complesso, e anche noi, che di queste cose avevamo sempre capito ben poco, finalmente abbiamo compreso di essere una piccola parte dell’universo». (Maggio all’infanzia, Mario Bianchi, «Eolo», 2017)
«Per parlare del tempo, la scrittura rapida e precisa di Francesco Niccolini si fa bacchetta magica che tramuta costantemente l’unica figura sul palco […] un vero e proprio mattatore, in grado di percepire le minime frequenze di attenzione del pubblico, di far dialogare fino a quattro personaggi grazie a minuscole variazioni nel registro della voce e di disegnare nel vuoto interi pezzi di universo. L’immagine del materasso e del lenzuolo, allora, non è solo un modo per spiegare che il tempo ci può avvolgere, ma risuona nella grande elasticità di questa prova scenica, basata – ancor prima che sulla didattica – su una relazione di divertimento. […] Il grande pregio di questo lavoro sta nella sapienza con cui i mezzi del teatro vengono impiegati in un’operazione di accompagnamento rispettoso dei ritmi e dell’immaginario del bambino e, insieme, dell’adulto». (L’universo è un materasso. Il tempo del teatro, Sergio Lo Gatto, «Planetarium - Osservatorio sul teatro e le nuove generazioni», 29 maggio 2017)
«Albanese è solo in scena e, a parte qualche cambio luce, guadagna tutta l’attenzione del pubblico grazie alla sua voce, al suo racconto e ai suoi repentini cambi di personaggio. […] Ed ecco che la parabola discendente di Crono diventa condizione di vita dell’uomo stesso. Basta decentrare lo sguardo, cambiare prospettiva ed ecco che l’essere umano appare un essere insignificante e il suo cammino una pura illusione. E quale strumento migliore per descrivere questo percorso se non il teatro, luogo in cui “le cose esistono solo se le fai esistere. Le cose si vedono solo quando le illumini”». (Chi pensa ai bambini? L’altalena del XX Maggio all’infanzia, Nicola Delnero, «Paperstreet», 29 giugno 2017)
TRAILER: https://youtu.be/oGjsu6UqC8s
Photo © Virginia Bettoja
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BIGLIETTO STUDENTI
Posto unico € 10,00
Gli studenti con disabilità certificata hanno diritto al biglietto omaggio.
Accompagnatori gruppi scolastici: è previsto 1 omaggio ogni 15 studenti paganti, altrimenti ridotti a € 5,00 per accompagnatori in esubero rispetto al rapporto di 1:15.