Dopo il successo de I maneggi per maritare una figlia e Pignasecca e Pignaverde, il Teatro Sociale di Camogli prosegue nel proprio progetto Govi portando in scena un altro cavallo di battaglia del grande attore genovese: Colpi di timone di Enzo La Rosa. Regista e protagonista è nuovamente Tullio Solenghi, che per la terza volta si trasforma anima, corpo e voce in Gilberto Govi, con l’aiuto fondamentale del trucco e parrucco di Bruna Calvaresi; una metamorfosi sorprendente, che nessuno aveva mai tentato prima e che ha stupito tutti, critica e pubblico. Una esilarante commedia sulla capacità della verità di smascherare le grandi e piccole ipocrisie quotidiane, che lo stesso Solenghi così presenta: «Con Colpi di timone Govi, attraverso il personaggio del vecchio lupo di mare Giovanni Bevilacqua, naviga tra le onde minacciose della disonestà e del malaffare con la profonda umanità e la straordinaria ironia di una delle sue maschere più riuscite.» A fianco di Solenghi, coprotagonista come in Pignasecca e Pignaverde, Mauro Pirovano, e con loro una compagnia collaudatissima di attori scelti dallo stesso Solenghi. Il progetto scenografico è firmato ancora una volta da Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova e tra i più importanti registi e scenografi di prosa e opera al mondo.
Sinossi
La commedia è ambientata nel 1940, nello studio del Capitano Bevilacqua, piccolo armatore genovese di 55 anni scapolo, onesto, schietto e leale. Un galantuomo partito dal nulla e che si è creato una piccola flotta di navi mercantili composta da velieri e bastimenti a vapore. Grazie alla sua esperienza è anche Sindaco della Provveditoria Ligure. Durante una gita con alcuni suoi amici, approfittando di una delle sue navi di ritorno a Genova, si prodiga per un po’ al timone ma una improvvisa e impetuosa serie di ondate si infrangono sul veliero, ripercuotendosi al timone che colpisce al petto il Capitano. Dopo alcuni giorni, continuando ad accusare fastidio e in alcune occasioni anche acuti dolori, decide di farsi fare una lastra e il responso è tragico: gli rimangono pochi mesi di vita. Da questo momento il Capitano Bevilacqua decide di non prestare più attenzione alla misura delle proprie parole e da persona schietta e sincera quale è sempre stato, non avendo più nulla da perdere, si prende alcune soddisfazioni dicendo in faccia alle persone con cui ha a che fare quello che pensa, portando alla luce tutti gli imbrogli di cui è a conoscenza e iniziando proprio dai dirigenti della Provveditoria Ligure. Gli interessati colpiti dallo scandalo svelato dal vecchio armatore, che si rifiuta di firmare il disonesto bilancio della Provveditoria, scoppia, arrivando perfino a dover accettare una sfida a duello con il Commendator Precordi, spinto soprattutto dalle affermazioni del Capitano Bevilacqua, svelate durante l’assemblea con i soci della Provveditoria, in merito al fatto accertato che il commendatore, amministratore delegato della società, è tradito dalla moglie e quindi è ladro e cornuto. La situazione per il Capitano si capovolge, quando si scopre che c’è stato uno scambio nelle lastre fra la sua e quella di un signore dal nome simile al suo. E questo errore viene a galla grazie alla testardaggine della fedele segretaria del Capitano e del vicino Professor Brunelli, che dissipa ogni dubbio circa la sua buona salute. Rimangono però gli accesi dissapori messi in luce dal Capitano Bevilacqua e in particolare le affermazioni riguardanti il comportamento del Commendator Precordi e il fatto che la moglie lo tradisca. Ma anche questo rischio si dissolve grazie alla vigliaccheria del commendatore stesso.