Siamo una comunità di desideri, non di azione
Guarda le luci, amore mio è tratto dall’omonimo libro della scrittrice francese Annie Ernaux, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 2022.
Nel 2012 l’editore francese Seuil chiese un libro a Ernaux per la collana Raccontare la vita. L’autrice, una delle voci più autorevoli della cultura contemporanea, scelse senza esitazioni di portare alla luce uno spazio da sempre ignorato dalla letteratura: l’ipermercato, formidabile specchio della realtà sociale. Ne nacque un diario in cui Ernaux registrò per un anno le proprie regolari visite all’Auchan di Cergy, un territorio a pochi chilometri da Parigi abitato da persone di 130 nazionalità diverse. Ernaux annotò le contraddizioni e le ritualità, ma anche le insospettate tenerezze, di quel tempio del consumo. Da quella «libera rassegna di osservazioni» condotta tra una corsia e l’altra - con in mano la lista della spesa - a contatto con le scintillanti montagne di merci della grande distribuzione, prese vita una riflessione narrativa su uno dei teatri segreti del nostro vivere collettivo.
«Il mondo di Ernaux è privo di pregiudizi» commenta Michela Cescon, regista dello spettacolo, «e se solitamente i supermercati vengono giudicati dei non-luoghi, per lei non è così: la vita in essi esiste, se sai guardarla, considerarla, raccontarla, perché il supermercato, romanzo del mondo contemporaneo, è diventato ora il nostro modo di “fare società”». «È qui che ci abituiamo alla prossimità dell’altro» scrive Ernaux, «spinti dagli stessi bisogni essenziali di nutrirci, di vestirci. Che lo si voglia o no, qui costituiamo un’unica comunità di desideri».
Sceneggiatrice e attrice oltre che regista, Cescon è una lettrice appassionata dell’opera di Ernaux. Insieme a Lorenzo Flabbi, storico traduttore dell’autrice per L’Orma Editore, ha curato la prima riduzione italiana per il teatro di Guarda le luci, amore mio. A interpretare lo spettacolo sono Valeria Solarino e Silvia Gallerano, due personalità carismatiche, due artiste dai percorsi e dalle carriere molto differenti, per la prima volta in scena assieme per dare voce e corpo a questo inedito viaggio nella quotidianità.
Annie Ernaux (Lillebonne, 1940) è una delle voci più autorevoli della letteratura francese. Studiata e pubblicata in tutto il mondo, nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale. Considerata un classico contemporaneo, è amata da generazioni di lettrici e lettori. Nel 2022 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura.
«Annie Ernaux è il nome di un puzzle i cui pezzi formano ormai, libro dopo libro, una delle opere letterarie più importanti dei nostri tempi» (Le Nouvel Observateur).
Perché uno spettacolo su Annie Ernaux
di Michela Cescon, regista
«Mi chiedo se venire al centro commerciale non sia un modo di essere ammessi allo spettacolo della festa, di immergersi realmente - e non attraverso uno schermo televisivo - nella luce e nell’abbondanza. Un modo di valere tanto quanto le cose. Ci si può sentire disorientati, qui dentro, a disagio, ma mai degradati» Annie Ernaux
Conosco Annie Ernaux da lettrice appassionata e da sempre ogni libro che L’Orma Editore pubblica produce in me il desiderio di portarlo in palcoscenico per regalare questa incredibile autrice al pubblico, in quel rito collettivo sul racconto e sulla memoria che solo il teatro sa creare, e che per la materia-Ernaux mi è sempre sembrato perfetto. Ma come fossero capitoli di un’imponente sagra privata e familiare, di volta in volta mi ritrovo tra le mani eleganti e agili volumi […] che quasi mi frastornano rendendomi incapace di scegliere: vorrei farli tutti, ogni libro uno spettacolo. […] Finché nella primavera del 2022 leggo Guarda le luci, amore mio, che mi si presenta in forma insolita di diario e narra di un luogo visto più al cinema che nei palcoscenici, dove lo sguardo dell’autrice, che si definisce da sempre «etnologa di sé stessa», questa volta si sposta di più sul mondo, e la sua sincerità e durezza, la sua sobrietà che arriva sempre a tagliare come un coltello, ha questa volta - come dice Lorenzo Flabbi, il suo traduttore - margini più morbidi. Perché Annie qui esce dalla stanza in cui scrive, dal suo lavoro, dalla sua concentrazione; esce e va a fare la spesa, vivendo il mondo del supermercato quasi fosse un luogo di sollievo, di pausa, di recupero. Questi due luoghi, questi due spazi - la stanza tutta per sé e il mondo/ipermercato - mi hanno subito convinto che finalmente avevo tra le mani il testo giusto per accompagnare questa grande scrittrice in scena, il testo da cui partire […]. «Più scrivo» dice Ernaux «più mi accorgo dell’esistenza di un’altra voce che, come nei sogni, io non arrivo ad afferrare».
Il lavoro avrà durezza e dolcezza, come le parole di questo testo alle quali non ci si può sottrarre, e prediligerà, come è mio solito, il corpo e le relazioni. In scena Valeria Solarino e Silvia Gallerano, due attrici di grande qualità con percorsi diversi ma con la stessa forte personalità nel costruire la loro carriera artistica e la loro presenza nel panorama attoriale italiano. Ho chiesto proprio a loro di accettare questa sfida, perché sento la necessità di provare strade nuove che hanno bisogno di abilità e bravura. Ho chiesto proprio a loro di accettare questa sfida perché ho bisogno in primis di persone più che di attrici e l’idea di farle lavorare insieme mi piace molto, certa che ci faremo sorprendere una dall’altra, sapendo che non avrei potuto desiderare di meglio.