Regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, vincitore di undici David di Donatello e freschissimo di candidatura all’Oscar come Miglior Film Straniero, Matteo Garrone affronta un viaggio nella poetica reale del suo cinema d’arte, nel riflesso neorealista delle ombre, nella spettacolare radiografia delle ossessioni. Si sofferma sull’epopea immaginifica dei sogni e sulle pieghe della vita nell’antropologia surreale dell’arte.
Il carattere documentaristico è sempre stato accompagnato nel cinema di Garrone da una notevole cura dell’immagine, figlia proprio del passato da pittore del regista, che rende le inquadrature espressive e pregne di significato. Proprio l’impatto visivo, che spesso trascende i limiti del realistico per farsi pura illustrazione, ha contribuito allo sviluppo di letture “fiabesche” sull’opera di Garrone. Queste letture hanno messo in luce quanto il suo cinema si rifaccia spesso e volentieri ai paradigmi delle fiabe popolari, che traducono i fatti di cronaca su cui si basano i suoi film in racconti universali.
Il suo viaggio si apre e termina con le melodie jazz del musicista Piero Delle Monache, che attraverso il suo strumento aiuta a creare una cornice maestosa e allo stesso tempo raffinata.