Ispirato al balletto romantico per antonomasia, Gisellə viene reinterpretato da Nyko Piscopo per esaltare il tema dell’amore oltre il genere, il pregiudizio e l’inganno in un tempo attuale ancora stigmatizzato. Con le musiche rielaborate da Luca Canciello, i danzatori della compagnia Cornelia performano tra reale e virtuale un capolavoro intramontabile che trova una dimensione contemporanea attraverso la narrazione del corpo.
Note di regia di Nyko Piscopo
Quando ho deciso di lavorare su un classico romantico ho pensato alla mia città ed alla sua tradizione popolare e musicale per raccontare quel sentimento che accomuna tutti i popoli e tutte le classi sociali: il tema dell’amore eterno è presente da sempre nella vita di ogni essere umano ed è protagonista di testi scritti, canzoni, raffigurazioni visive, etc. È una tematica contemporanea e anche, direi, futura: quella di Giselle è una storia di relazioni umane che io voglio riportare in scena all’interno di dinamiche sociali più vicine al nostro periodo storico, come ad esempio la questione di genere.
In senso drammaturgico, l’equivoco ed il ribaltamento del genere dei personaggi sono i meccanismi con i quali voglio raccontare un dramma come quello di Giselle: il concetto di en travesti, per esempio, è una trovata scenica e performativa molto interessante se pensiamo che il costume, nella dimensione attuale, non decreta più il genere di una persona. Allo stesso modo anche il mezzo digitale, usato come teatro nel teatro, è uno sviluppo che mi interessa per evidenziare lo status attuale di una società troppo dipendente da uno schermo. Il capolavoro originale si basa proprio sulla contrapposizione di due caste differenti e sull’impossibilità comunicativa tra di esse; in questo caso son due generazioni che non comunicano: una poco attenta all’ascolto ed una molto confusa. Di mezzo c’è chi guarda, chi giudica, chi si pone al di fuori di ciò che è attualità.