Scuole medie superiori

14 aprile 2025

MISTERO BUFFO

Programmazione

di Dario Fo e Franca Rame

con Matthias Martelli

regia Eugenio Allegri

aiuto regia Alessia Donadio

fotografia Fabio Demitri

produzione Teatro Stabile di Torino

distribuzione Terry Chegia

 

Durata: 60 minuti

Scheda spettacolo

Mistero Buffo è considerato il capolavoro di Dario Fo

Matthias Martelli fa rivivere quest’opera straordinaria grazie alla regia dell’indimenticato Eugenio Allegri: l’attore è solo in scena, senza trucchi, con l’intento di coinvolgere il pubblico nell’azione drammatica, passando in un lampo dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale. Un linguaggio e un’interpretazione nuova e originale, nel segno della tradizione di un genere usato dai giullari medievali per capovolgere l’ideologia trionfante del tempo dimostrandone l’infondatezza.

Oltre 200 repliche all’attivo in Italia e nel mondo, da Roma a Londra, da Milano a Bruxelles, passando per Zurigo, Nizza, Monaco di Baviera e Los Angeles.

Racconta Matthias Martelli: «Ho visto Mistero buffo per la prima volta a dieci anni in videocassetta e sono rimasto stupito da questo attore per tre motivi sostanzialmente: innanzitutto è da solo in scena, non ha niente e però si trasforma in tanti personaggi diversi e porta in mondi diversi, quindi fa esplodere l’immaginazione; poi, fa tutto questo provocando la risata, lo sghignazzo, tramite il quale lo spettatore viene proprio portato dentro lo spettacolo, viene coinvolto; infine, trasmette contenuti satirici».

La risata come strumento di visione critica della realtà è forse la caratteristica principale della produzione di Dario Fo e Franca Rame e sicuramente nel loro caso più che in altri il verbo recitare è davvero sinonimo di giocare, come del resto accade in diverse lingue straniere, in cui la medesima parola ha entrambi i significati. In fondo, questo aspetto dissacratorio è ciò che emerge persino nella motivazione con cui il 9 ottobre 1997 fu assegnato a Fo il Premio Nobel per la Letteratura: «Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi».

Cosa scrive la critica

«Il giovane attore è in comunione con l’anima teatrale del grande maestro. Un talento che negli anni a venire saprà affascinare le platee del nostro Paese».

(Così a Follonica rivive il “miracolo” di Mistero Buffo, Domenico Aleotti, «Il Tirreno»)

«La più avvincente pièce di teatro fisico cui si potrebbe assistere nell’arco di una vita».

(London Theatre)

«Un attore-treno, un campione dinamico, specialista nella mimetica che pesca nella risata».

(Rodolfo di Giammarco, «La Repubblica»)

«Matthias Martelli pirotecnico nell’interpretazione di Mistero Buffo di Dario Fo [...]. Linguaggio rispettato ed esaltato [...]. Si rivela irresistibile».

(Osvaldo Guerrieri, «La Stampa»)

«È un peccato che Dario Fo non abbia potuto assistere a questa nuova messinscena del suo capolavoro: si sarebbe “scapottato” dalle risate». 

(Elisabetta Marsigli, «inscena.it»)

«Virtuosismi, talento, prontezza nel cambiare registro, guizzo comico, abilità canora, mimica camaleontica. Una sfida riuscita». 

(Talento, mimica e vis comica: una sfida riuscita, Silvia Francia, «La Stampa», 9 Febbraio 2018)

«Martelli è l’erede del teatro giullaresco medievale». 

(«Il Fatto Quotidiano»)



Un approfondimento

«Un teatro, una letteratura, una espressione d’arte che non parli del proprio tempo è inesistente». (Dario Fo)

Mistero Buffo rientra di diritto ormai fra i classici universali, che affonda le radici nella tradizione orale dei contastorie e dei fabulatori che Fo bambino ascoltava affascinato nel suo paesello sul Lago Maggiore, «che hanno insegnato a me e ad altri ragazzi il mestiere, l’arte, di raccontare assurde favole, che noi ascoltavamo commentandole con sghignazzi e silenzi improvvisi a strozzagola per la tragica allegoria che di colpo sormontava ogni sarcasmo». E a proposito di maestri, nel discorso tenuto in occasione della consegna dell’ambito premio, l’artista e letterato volle ricordare anche Ruzzante Beolco, definendolo il suo più grande maestro insieme a Molière: «Entrambi attori-autori, entrambi sbeffeggiati dai sommi letterati del loro tempo. Disprezzati soprattutto perché portavano in scena il quotidiano, la gioia, la disperazione della gente comune, l’ipocrisia e la spocchia dei potenti, la costante ingiustizia. E soprattutto avevano un difetto tremendo: raccontavano queste cose facendo ridere. Il riso non piace al potere. Ruzzante poi, vero padre dei comici dell’Arte, si costruì una lingua, un lessico del tutto teatrale, composto di idiomi diversi; dialetti della Padania, espressioni latine, spagnole, perfino tedesche, miste a suoni onomatopeici completamente inventati. Da lui, dal Beolco Ruzzante ho imparato a liberarmi della scrittura letteraria convenzionale e ad esprimermi con parole da masticare, con suoni inconsueti, ritmiche e respiri diversi, fino agli sproloqui folli del grammelot».

Una curiosità su Fo e il Carcano

Racconta Fo, sempre nel discorso tenuto alla cerimonia del Nobel: «Il giorno in cui mi è stato designato il Nobel mi trovavo davanti al Teatro in via di Porta Romana [il Carcano, ndr], a Milano, dove Franca stava recitando, con Giorgio Albertazzi, Il diavolo con le zinne. All’istante è arrivata una turba di fotoreporter, cronisti, operatori con le loro telecamere. Un tram che transitava in quel momento s’è fermato, il conduttore s’è sporto a salutarmi, sono scesi tutti i passeggeri, mi applaudivano, mi volevano stringere la mano per felicitarsi… ma poi si sono bloccati e tutti in coro hanno gridato: «E Franca dov’è?» e hanno chiamato a gran voce «Francaaa!» e lei dopo un po’ è apparsa… frastornata… commossa alle lacrime, ed è venuta ad abbracciarmi.

All’improvviso, come dal nulla, è apparsa una banda musicale di soli fiati con tamburi, erano tutti ragazzi, che accorrevano da punti diversi della città, musici che suonavano insieme per la prima volta, hanno intonato Porta Romana bella, Porta Romana a ritmo di samba. Non ho mai sentito stonare a quel modo ma era la più bella musica che Franca e io avessimo mai ascoltato».



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BIGLIETTO STUDENTI

Posto unico € 10,00

Gli studenti con disabilità certificata hanno diritto al biglietto omaggio.

Accompagnatori gruppi scolastici: è previsto 1 omaggio ogni 15 studenti paganti, altrimenti ridotti a € 5,00 per accompagnatori in esubero rispetto al rapporto di 1:15.

GIORNO ORARIO
Lun 14 apr 10:30

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