In una giornata d'inverno una regina è intenta a cucire vicino a una finestra con la cornice in legno di ebano; si punge un dito e, guardando le gocce di sangue cadute sul terreno innevato, esprime il desiderio di avere una figlia con i capelli scuri come l'ebano, la pelle bianca come la neve e le labbra rosse come il sangue. Dopo qualche tempo nasce Biancaneve, che, rimasta orfana di madre, deve vedersela con la nuova moglie del padre, una regina terribilmente invidiosa della bellezza della bambina ormai diventata una fanciulla. La matrigna, consultato il suo specchio magico, decide di sbarazzarsi della ragazza, che viene salvata proprio dal cacciatore incaricato di ucciderla. Biancaneve riesce quindi a mettersi in fuga e trova riparo in una buffa e minuscola casetta abitata da altrettanto minuscoli ometti: i sette nani. La giovane raggiungerà il suo lieto fine, prima però dovrà superare una nuova terribile trappola della matrigna, la mela avvelenata.
Con la sua semplicità Biancaneve insegna che l’umiltà vince sempre, anche sulla cattiveria delle persone più spietate.
Tra le favole più famose dei fratelli Grimm, Biancaneve e i sette nani conserva un fascino intramontabile per i più piccoli. La perfida matrigna, personificazione tangibile dell’invidia, non potrà nulla contro la purezza della fanciulla.
Questo classico viene reinterpretato con ironia, dando vita a uno spettacolo ricco di paradossi. La messinscena utilizza una tecnica di animazione di disegni dal vivo che interagiscono sul palcoscenico con gli attori.
