Flavio Pirini, Folco Orselli, Germano Lanzoni, Rafael Andres Didoni, Walter Leonardi alias Milano 5.0 sono colpevoli di un reato molto grave: “contaminazione emotiva”. In un tempo in cui tutto è parcellizzato, atomizzato e confinato non c’è spazio per chi travalica i confini e migra in continuazione tra i vari Stati emotivi. Invece per i Milano 5.0, il nomadismo emozionale è proprio la loro poetica: “Stretching Emotivo”.
Lo spettacolo è un recital a cinque voci. Un susseguirsi di musica e parole: monologhi comici e no, battute impegnate e becere, liriche e poesie ironiche, canzoni melanconiche e graffianti. Il focus è l’essere umano contemporaneo alle prese con la quotidianità. E dunque la sveglia, il traffico, il lavoro, la tecnologia, la famiglia, la fede, la città, Milano, Milano due volte, il rapporto di coppia, l’amore, la voglia di vivere e a volte anche la voglia di non farlo.
Attingendo dai loro repertori, personali e di gruppo, i 5.0 mescolano il punto di vista di cinquantenni del terzo millennio con una personale rivisitazione della tradizione e particolare attenzione alla “scuola milanese” (Gaber, Jannacci, Fo, Cochi e Renato, Paolo Rossi), trovando in tale miscela metodo e codice espressivo.