Tutti i manuali scolastici lo raccontano: a partire dagli anni ’50 compare sulla scena della Storia un nuovo soggetto: i giovani. È una vera rivoluzione, soprattutto perché i giovani portano con sé una costante ricerca di ‘altro’ e una caparbia volontà di non rispettare i confini che li circondano. Si tratta di andare sempre oltre e – da ovunque ci si trovi – altrove. Cosa ha a che fare tutto questo con la storia del rock e con il devastante diffondersi dell’uso di sostanze stupefacenti? Sono entrambi fenomeni che attecchiscono con straordinaria forza proprio nel mondo giovanile. Ci devono essere dei legami.
Paolo Colombo li ricostruisce e li racconta, assieme al tratto fondamentale del nuovo carattere giovanile: essere perennemente insoddisfatti di ciò che si ha ed essere disposti a tutto per avere ciò che si desidera. Poco importa se non si sa esattamente cos’è.
Ci sono vicende e personaggi della Storia legati – nel bene e nel male – alla volontà di non conformarsi alle aspettative generali, alla spinta a seguire idee, comportamenti e obiettivi differenti da quelli prevalenti, alla capacità (o alla presunzione) di vedere ciò che nessuno è capace di vedere. Sono vicende e personaggi di cui a volte ci si dimentica. O di cui si parla troppo, fino a non capirne più molto. Eppure, in quei casi, la Storia è comunque sulle soglie di una svolta: dopo, niente sarà (o niente avrebbe più potuto essere) come prima.
Paolo Colombo, dopo i grandi successi delle ultime stagioni al Teatro Carcano, propone un nuovo ciclo di history telling per raccontare tre storie di uomini che hanno pensato in modo diverso il futuro, l’ecologia, la politica.
Forse mai come oggi è importante tornare a riflettere su queste vicende controcorrente: perché anche la nostra storia è alle soglie di una svolta.