Karaoke Femminista, ovvero di come a te pareva di canticchiare qualche canzone sotto la doccia prima di uscire con le amiche, ma in realtà' ti imbottivi il subconscio di cliché offensivi per la tua persona e il tuo genere..
Una canzone può farci compagnia, tirarci su, ricordare un momento speciale. Può definirci in un momento della vita, o finche’ viviamo. Quante volte da ragazzina ho cantato delle canzoni prima di uscire, con le amiche o con qualcuno che mi piaceva. Da cantare mentre ci si prepara, mentre si guida, sotto la doccia, al telefono all’amica, da sola al supermarket. Anni e anni di passeggiate con la musica nelle orecchie a ripetere fedelmente le parole. La scelta di una canzone o di un particolare gruppo diventa un motivo di aggregazione o di antagonismo. Ma quante volte le abbiamo analizzate veramente ste canzoni, chiedendoci l’impatto che avrebbero davvero avuto su di noi?
Le canzoni pop sono un compendio di vita, una panoramica su cosa accade, danno consigli su come si vive, si ama, si odia. Ma quante canzoni sappiamo a memoria che se davvero ci mettessimo ad analizzare il testo rimarremmo inorridite?
Molte sono le canzoni che le donne cantano sulle donne, ma sono scritte dai maschi. E ci descrivono secondo uno stereotipo talmente interiorizzato da diventare invisibile. E allora ti ritrovi a cantare qualcosa che non dovrebbe, ma ti e’ familiare. Penso a Minuetto di Mia Martini. A bugiardo piu’ che mai piu’ incosciente che mai, di Mina. Ma la lista sarebbe lunga, lunghissima. La compilation di una notte intera.
Karaoke Femminista si propone di analizzare questo: quanto qualcosa di innocuo come una canzone puo’ aver forgiato il nostro sentirci donne. Cosa abbiamo fatto per rientrare in quell’accordo e sentirci in quella storia?
Partirei dagli anni 70, sia perché sono degli evergreen sia perché sono l’inizio del male. Ma anche del bene. Ma ora che sento il rap e la trap, le canzoni che cantavo mi sembrano ingenue, rispetto alla violenza che ci propinano oggi.
E allora faremo questo, canteremo, leggeremo alcuni testi per poi cantarli, passando continuamente dal bello al brutto, come una vera stazione radio, ma dal vivo.
Un roller coaster di emotivita’, Silvia ed io, due amiche che cantano e parlano. Un bicchiere di vino ad accompagnarci, due belle casse, un pc per scegliere la musica. Ma soprattutto un proiettore alle nostre spalle per invitare il pubblico a cantare con noi.
Monica Nappo