IMAGINE 2024 - CARCANO IN VILLA

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31 agosto 2024

PRINCIPIA 0.0

COREOGRAFIE DI ALESSIO MARIA ROMANO

Comunità di VILLAPIZZONE

Programmazione

regia e coreografie di Alessio Maria Romano

interpreti Mattéo Trutat e Francesca Linnea Ugolini

dramaturg Linda Dalisi

drammaturgia sonora Franco Visioli

fonico Emanuele Pontecorvo

Si ringraziano gli artisti Giuseppe Stellato, Giulia Pastore, Giada Masi, Marta Pizzigallo, Riccardo Micheletti, Andrea Macchia e il Prof. Enrico Trincherini (Scuola Normale Superiore)

produzione TPE - Teatro Piemonte Europeo in collaborazione con Lavanderia a Vapore, centro di residenza per la danza

Scheda spettacolo

L’ingresso allo spettacolo è gratuito sino ad esaurimento posti disponibili (limitati).
Dalle ore 19.30 verranno distribuiti i tagliandi di ingresso per l’accesso in sala.

Principia è un esperimento. Principia è un gioco. Un gioco dove i danzatori seguono uno schema coreografico di leggi che andranno ma mano smontando e costruendo. Principia è un inizio ma anche una fine. Principia è una sensazione. Principia è un corpo. Principia è una situazione in cui guardare e lasciarsi andare alla visione del movimento dei corpi e quindi a delle immagini. Principia è un esperimento in cui sia chi lo esegue che chi lo osserva è in una totale situazione di esplorazione. Principia è caos e ordine, vuoto e pieno, attrazione e repulsione. Principia è solitudine. Principia è il bisogno e la continua ricerca dell’altro. Principia è il legame. Un viaggio in cui i viaggiatori sono invitati a cercare e scegliere.


I danzatori Mattéo Trutat e Francesca  Linnea Ugolini hanno a disposizione un numero definito di sequenze che articolano in modo diverso per infine trovarne un legame e quindi un senso. Le due stelle della danza, i due pianeti o anche i due atomi, possono provare diverse ipotesi: alcune permettono un incastro fra i due corpi, altre no. Lo spettatore sarà invitato a vedere, ascoltare, conoscere e distinguere e, forse solo alla fine, riconoscere. Come in una sorta di mantra, la ripetizione evidenzierà le differenze e racconterà la meraviglia e il mistero che lega il tutto, come quando ci troviamo a guardare il cielo in una notte stellata o a tentare di ricordare un sogno appena svegliati. L’esperimento è un gioco scenico in cui danza, suono, spazio, luce e drammaturgia cercano di restituire la complessità affascinante di un linguaggio scientifico che sfida i confini della logica pur radicandosi fortemente. In questa danza intesa come scienza del corpo e della relazione, che i corpi creano con lo spazio e con il tempo l’universo a disposizione sarà il palco vuoto, all’interno vi saranno ogni volta possibili strade da scegliere, per formare galassie diverse. Principia è un esperimento pensato anche per stimolare la percezione di ogni singolo spettatore e lasciarlo così nella scelta di cosa accogliere e di cosa no e di cosa comprendere e cosa lasciare andare. Siamo ancora in grado di immaginare? I danzatori si prendono, si staccano, si muovono singolarmente e insieme per lo spazio scenico: la danza racconta una relazione fisica e anatomica attraverso lo spazio il tempo, il peso e la relazione e quindi forse il mistero. A muoversi nello spazio scenico vuoto ci sono una donna e un uomo che conducono una danza di coppia che ricorda la semplicità, ma anche la grandissima complessità dei balletti di Fred Astaire e Ginger Rogers. Uno stile di danza con un uso del ritmo molto particolare, un gioco fatto di attrazione e repulsione. Fred e Ginger danzano vorticosamente, saltano, corrono, si allontanano, si avvicinano, si sfiorano, si toccano fino a prendersi e a diventare un unico corpo per poi nuovamente distinguersi nella propria singolarità, si cercano come a completare una propria mancanza di qualcosa.

Ciò che conosciamo è solo una goccia d’acqua; ciò che ignoriamo è l’oceano.” Isaac Newton

Note di approfondimento di AMR / DALISI :
Principia
è un esperimento, un gioco scenico in cui la danza, il suono, lo spazio e la luce cercano un dialogo per esplorare gli studi sulla materia oscura, con la complessità di un linguaggio scientifico che sfida i confini della logica e della quotidianità pur radicandosi fortemente nella nostra realtà di tutti i giorni.

Principia è una creazione che nasce da uno attento studio condotto a Torino per il TPE e volere di Andrea De Rosa. Principia ha una versione 0.0 che consiste principalmente del gioco coreografico ed è rappresentabile in qualsiasi luogo scenico e racconta lo stato primordiale della nostra ricerca. La seconda  versione che s’intitola semplicemente Principia ha invece molti elementi in più quali una istallazione scenica, una istallazione di luci, una specifica drammaturgia sonora e degli abiti.

Per un argomento così ancora aperto, l’esattezza della matematica fa i conti con arbitrarietà e interpretazione, e l’osservazione dei fenomeni non sempre combacia con l’assolutezza delle formule. A volte la prima cosa a raggiungere un traguardo è la meraviglia, a volte l’ingegno, altre volte prima di tutti ci arriva un’equazione, e solo dopo l’occhio raggiunge ciò che la risoluzione di quell’equazione ha predetto. Tutto si modifica a vicenda mentre un passettino alla volta ci si muove in quella ragnatela di materia oscura come dei funamboli, con la meravigliosa constatazione che senza domande, senza quell’attimo in cui “i conti non tornano”, non si viaggerebbe nell’Universo. Per questo Principia sarà una sorta di scatola magica, un mondo illusorio o ideale. Ma la scatola magica è anche la semplicità di una radio, che trasmetta un concerto, un ricordo, un insieme di informazioni, o un messaggio perduto nell’etere. Le onde elettromagnetiche, le onde sonore, quelle gravitazionali, creano un reticolo di relazioni che fanno la Storia, la determinano e ne custodiscono memoria, viaggiando talvolta a velocità inimmaginabili eppure avvolgendo l’essere umano.

Una comparazione che mi colpisce sempre di più studiando, o meglio cercando di studiare le idee che esistono attorno alla materia oscura è l’analogia che moltissimi studiosi fanno fra il movimento delle stelle e dei pianeti - ma anche degli atomi e delle particelle conosciute - e la danza. L’intensa complessità delle traiettorie viene tradotta con un’immagine poetica ovvero con la visione di una sorta di danza, o di una idea di danza.  Il concetto di gravità e poi di onde gravitazionali e le conseguenze che queste provocano nel senso di attrazione e repulsione tra i corpi, e non solo, vengono qualche volta descritte attraverso l’immagine di “movimenti”, secondo la percezione che può avere un osservatore. La danza come metafora della fisica spaziale e quantistica. La visione di due danzatori che si prendono, si staccano, si muovono singolarmente ed insieme per lo spazio scenico. In un alternarsi di tempi diversi fa sì che i due performers si ritrovino formando quasi un unico corpo o meglio un unico elemento, facendoci perdere l’idea iniziale che avevamo del palco, di loro stessi ma anche di noi. Tutto questo e i racconti delle particelle e degli astri delle diverse teorie fisiche mi hanno ricordato la bellezza, la semplicità, ma anche la grandissima complessità dei balletti di Fred Astaire e Ginger Rogers. Dove sarà e cosa sarà la materia oscura in tutto questo? Dove siamo noi esseri umani in tutta questa enormità di vuoto e pieno? Cosa sappiamo?

GIORNO ORARIO
Sab 31 ago 21:00

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