Svelarsi è un esperimento, molto delicato, tutto da costruire: è un senso di invasione, una mancanza di spazio, una compressione, da una parte. La potenza, lo strabordare, la risata travolgente, dall’altra. La cultura patriarcale che ancora ci circonda, insegna alle donne, sin da piccole, a limitare i propri desideri di potenza, ad accettare invasioni di campo da parte dell’altro sesso (dove il campo è il corpo), a mettersi in disparte e per senso di costrizione spesso a esplodere. Si parte da vissuti diversi che hanno una nota comune: di umiliazione, di mutilazione, di invisibilità. Messi insieme, si mostrano per quel che sono: semplici soprusi.
Ogni attrice ha scritto con le parole ma soprattutto con il proprio corpo la sua presenza in questo lavoro. Le parole a volte sono gli inganni, il rumore dell’abituale: i corpi, in questi momenti di “svelamento”, rivelano la vera essenza, il discorso non articolato ma presente.
L’esperienza Svelarsi si rivolge a un pubblico esclusivamente di donne o a chi si sente tale: non si tratta solo di creare uno spazio sicuro per chi è sul palco, ma anche di permettere a chi guarda di sentire il proprio corpo risuonare più profondamente con quello che vede, nudo, in scena.