Quale sia la relazione della donna con il potere e quanto sia possibile avere una posizione di comando senza perdere il proprio femminile sono due domande cruciali di Top Girls.
Le stesse domande che possiamo farci noi, avendo per la prima volta una donna a capo del nostro governo, come l’ha avuta l’Inghilterra più di 40 anni fa con la Thatcher, quando questo testo fu scritto.
Le domande restano le stesse e il testo è ancora attuale, perché non sembriamo uscire facilmente da questi circuiti.
Maternità o carriera? Indipendenza o famiglia? E a che costo l’una prevale sull’altra?
Ma soprattutto: quanto ci aiuta la società nel caso volessimo entrambe le cose e le reclamassimo quali nostri diritti naturali? Perché lo sono. O almeno dovrebbero esserlo per tutte.
In Top Girls non ci sono volutamente personaggi maschili. Gli uomini e i loro comportamenti sono o raccontati dai personaggi femminili, oppure assenti perché mandano le loro mogli a risolvere i problemi.
Ma lo sguardo della Churchill è troppo compassionevole, crudo, ironico e lucido per far prevalere un sesso su un altro o per darci delle facili risposte. La Churchill ha l’onestà di mostrare i rapporti per quello che sono, pubblici e privati, e di lasciare chi guarda a farsi le stesse domande che si fa anche lei.
Non ci sono buoni e cattivi, ma persone che per emergere devono snaturarsi; è una società senza equilibrio perché se soffre una parte inevitabilmente accadrà anche alla sua controparte.
Alla fine non si salva nessuno, perché il prezzo della propria libertà o emancipazione, è sempre a discapito di qualcun altro.
Perché abbiamo associato la parola Madre a quella di Natura, ma non è detto che le due parole insieme abbiano sempre un senso.
Monica Nappo