Nel giorno in cui ricorre il sessantesimo anniversario della tragedia del Vajont (9 ottobre 1963), il Teatro Carcano inaugura la stagione 2324 con il primo degli appuntamenti del lunedì, i Follow the Monday, unendosi al Comitato promotore La Fabbrica del Mondo e Fondazione Vajont insieme ad altre istituzioni culturali e civili nazionali per un grande ricordo collettivo.
A raccontarci in modo accorato questa pagina di storia sarà il geologo, conduttore tv e ricercatore Mario Tozzi, che indagherà in particolar modo il tema della responsabilità dell’uomo nei confronti dell’ambiente.
A seguire, la compagnia ATIR, insieme ad alcuni cittadini milanesi che hanno fatto parte dei laboratori teatrali de El Nost Milan, guiderà una narrazione corale di VajontS23, il testo di Marco Paolini che ha lanciato l'idea di un'azione di teatro civile che coinvolgerà in contemporanea oltre 100 teatri in Italia e in Europa. A sessant’anni dal disastro il ricordo di un momento tragico della storia collettiva del Paese è lo spunto per una riflessione trasversale sulla crisi climatica che affligge il nostro presente.
E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna è franata nella diga.
Programma
Lunedì 9 ottobre 2023 ore 20.30
MARIO TOZZI
Moniti da un disastro annunciato - Le catastrofi naturali non esistono
Ogni italiano dovrebbe visitare la diga sul Vajont. Stando con i piedi sulla frana, si vede solo la parte convessa della diga di cemento a doppio arco ormai brunita dal tempo: solo una quarantina di metri sporgono da detriti, rocce, sfasciume lapideo. Sono 270 milioni di m3 di roccia: se si usassero 100 camion al giorno per portar via tutta la frana ci vorrebbero sette secoli per sgombrarlo (lavorando 7 ore al giorno). Ancora oggi la frana si assesta quotidianamente per 2 o 3 centimetri all’anno. A valle dello sbarramento si percepiscono i 260 metri di calcestruzzo ancora lì impudicamente intatti. La diga non è stata mai più rimessa in funzione, non tanto per paura, quanto per rispetto e ammonimento per le generazioni che verranno; un rispetto che gli abitanti di Erto e Casso custodiscono fieramente. La diga ha retto, è la montagna che è franata perché non tollerava oltre l’opera imposta dall’uomo. Al Vajont l’uomo ha sfidato la natura. E ha perso. Perché le catastrofi naturali non esistono, esistono gli eventi naturali che diventano catastrofici solo per colpa nostra.
A seguire
VajontS23
Un racconto, cento racconti di acqua e di futuro
narrazione a cura di ATIR e cittadine e cittadini di Milano
curato da Marco Paolini
con la collaborazione di Marco Martinelli
un progetto di Marco Paolini per La Fabbrica del Mondo
realizzato da Jole Film in collaborazione con Fondazione Vajont
ore 22.39
La frana – il racconto si ferma - silenzio collettivo